domenica 26 aprile 2009

La rivoluzione delle denominazioni

Visto la giornata uggiosa, stavo leggendo su rivista di settore, intervista al neo Presidente del Comitato nazionale Vini, comitato ministeriale, l’enologo e biologo piemontese Giuseppe Martelli, ex direttore generale di Assoenologi, scelto direttamente dal Ministro delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, Luca Zaia.
Nell’articolo si parla soprattutto della nuova normativa nazionale che, omologandosi alle nuove disposizioni europee, prevede dal 1° Agosto 2009 una revisione, anzi, parole dell’intervistato, una vera e propria rivoluzione sulle denominazioni di origine. In pratica tutte le attuali Doc e Docg confluiranno nelle Dop e le Igt diventeranno Igp. Cambieranno anche le procedure per la richiesta e la concessone o il rigetto della denominazione. Cambieranno anche i soggetti che faranno tali richieste che potranno essere anche associazione di produttori o anche addirittura singoli produttori e non più, come oggi, le Regioni o le organizzazioni di categoria. Verranno delimitate le zone di vinificazione per le Igt su cui verranno istituiti controlli organolettici.
Le attuali igt, doc e docg saranno automaticamente riconosciute dalla Commissione UE fin dal 1° Agosto 2009 ma entro il 31/12/2011 tutti gli Stati Membri dovranno ripresentare alla Commissione Europea tutti i disciplinari delle varie denominazioni e la Commissione esaminerà tutto quanto ed entro il 31/12/2014 avrà tempo per deciderne l’approvazione o l’eventuale cancellazione. Anche tutte le dop ed igp comunicate dopo il 01/08/09 dal Ministero, a seguito di approvazione del Comitato nazionale vini, saranno iscritte nelle registro della Commissione.
Alcune delle 347 denominazioni di origine sfruttano pochissimo la propria capacità produttiva:
90 sfruttano meno del 50%, 28 meno del 20%, 14 sotto il 5% e 7 addirittura sembra non abbiano mai fato uscire una bottiglia (sempre riprendendo le parole del Presidente).
Queste, poiché non sono “rivendicate”, saranno moto probabilmente eliminate.
Martelli definisce la nuova disposizione come un grande pasticcio per l’Italia ma che ormai i giochi sono fatti ed è inutile recriminare. Personalmente da consumatore attendo prima di esprimere opinioni o giudizi.
Le nuove normative, soprattutto sulla carta, prima dell'attuazione pratica lasciano sempre un po’ perplessi, ancor di più quando vengono da Commissioni di stati, la maggioranza dei quali non hanno storia, tradizioni o cultura del mondo del vino….
La nuova normativa sulle denominazioni però non è altro che un capitolo della riforma generale dell' ocm (organizzazione comune di mercato) vino - che investirà l’intero settore vitivinicolo e che riguarderanno (anche se le Commissioni sono ancora al lavoro e quindi niente ancora di definitivo) diritti d’impianto, estirpazione, pratiche enologiche, norme di etichettatura, zuccheraggio, utilizzo dei mosti etc..
Qualche cenno lo possiamo reperire in rete, da varie fonti come ad esempio qui:
http://ec.europa.eu/agriculture/capreform/wine/index_it.htm
Anche qui difficile farsi un opinione, attendiamo e vediamo cosa succede.
Per chi volesse leggersi l’intervista integrale a Giuseppe Martelli può sfogliare la rivista qui, alle pagine 14-15:
http://issuu.com/gipi/docs/il_sommelier_marzo_aprile_2009
Al di là delle mie impressioni di consumatore e appassionato sarei curioso di conoscere anche i le opinioni di operatori del settore e soprattutto produttori…
Ciao
Stefano

3 commenti:

  1. Car Stefano si torna sempre al punto di partenza, sono tutte cose molto opinabili ma soprattutto impossibili poi da controllare. Possono chiamarle come vogliono ma rimane sempre il fatto che alcuni produttori rispettano le regole, altri no. Anche nel caso della vecchia docg non siamo mai arrivati alla certificazione della qualità, altrimenti come potrebbe un chianti classico docg costare 1,8 euro al supermercato?

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  2. devono essere interessanti queste riviste perchè non mi dai dei nomi

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  3. Ciao,
    la rivista in questione la trovi cliccando sul secondo link che trovi sul post, sfogliabile completamente online.
    Comunque è "Il sommelier", la rivista bimestrale di enogastronomia e turismo della fisar
    ciao

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bei tempi...