giovedì 30 aprile 2009

Coldiretti, risponde un produttore

Invece di inserirlo come commento ritengo giusto, vista la fonte, fare un nuovo post.
In merito al post LA FILIERA CORTA DEL VINO, Giampaolo Paglia, vignaiolo e produttore di Poggio Argentiera, ci scrive:
"Personalmente trovo che la Coldiretti non perda mai occasione di fare battaglie populistiche allo scopo di far presa alla pancia delle gente.Non a caso si riporta come esempio il ristorante che fa il 300% di ricarico - una rarita' in Italia, dove tutti in genere fanno molto meno, una cosa normale in quasi tutti i paesi esteri - mentre per l'enotecario che ricarica il 40% dovendo pagare affitto, utenze, stipendi, magazzino, ecc., non potendo qui farlo figuare come un aguzzino si dice semplicemente che e' troppo caro per un popolo che e' stanco di pagare il dazio!Non si capisce perche' chi vende pantaloni e magliette, con ricarichi del 100-200%, non sia un esattore di dazio, mentre l'enotecario invece si.E che succede quando uno va al ristorante e vuol bersi una bottigia di vino, deve prima passare dall'azienda a comprarsi un paio di cartoni? Oppure se sei a Firenze ed hai voglia di berti un Gewurtztraminer, fai un salto in Val d'Isarco prima di andare a cena?Certamente la vendita in azienda ha un senso, ma voler far passare da ladri due intere categorie di commercianti ed artigiani responsabili solo di voler fare il loro lavoro con onesta' e dignita', non serve a nulla e a nessuno, in primis alle aziende stesse.
Creare queste dicotomie tra produttori - il contadino buono - e i commercianti - per definizione disonesti e aguzzini - mi sembra un modo triviale di cavalcare una battaglia in nome della "ggente". La filiera corta puo' avere ed ha un valore, ma non va contrapposta al commercio e al mercato, anche esso un valore ed un servizio per le aziende, che non possono certamente vendere tutte e tutta la loro produzione in cantina, e per il consumatore che non deve certo costringersi a fare centinaia di chilometri con la macchina per gustarsi del buon vino. Io trovo assolutamente scandalosa una campagna di questo genere, che non esiterei a chiamare diffamatoria."

Lo ringrazio per il contributo e mi riservo di scrivere anche io due righe in tema.

6 commenti:

  1. per quanto mi riguarda il commento di Paglia è "vangelo"!
    Ci manca solo la Coldiretti a rovinare il mercato del vino! Come se non fosse abbastanza il contrabbando perpetrato regolarmente su internet dove con un paio di click trovi di tutto e tutto sottocosto ovviamente! Mi piacerebbe sapere dalla Coldiretti quanto è il giusto ricarico di un enotecario. Tenete presente, e parlo per esperienza personale, che su certi prodotti dove non fai grossi volumi (ed ormai vorrei sapere chi li fa!), già con un ricarico del 30% rischi di essere a rimessa...saluti a tutti

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  2. Caro Giampaolo (e caro anonimo secondo me enotecaro...) credo che tu, in fatto di trasparenza e serietà, sia una fonte autorevolissima. Hai aperto coraggiosamente dibattiti in merito senza mai nasconderti. Qui però voglio vedere la questione abbastanza libero dal mio lavoro nel vino e perciò penso che coldiretti può aver usato toni da propaganda populista ma.... il problema esiste. Però dobbiamo mettere dentro tutto il commercio e non solo il vino. Sulle borse delle grandi case di moda prodotte a 40 euro e rivenute dai 400 anche ai 1000 euro come la mettiamo tanto per fare un esempio? Qual'è il valore aggiunto del venditore?
    Però come consumatore mi chiedo se sia giusto pagare 15 euro in un ristorante per un prosecco da 3 euro in cantina....
    Difficile spigare le anomalie, ma sono fiducioso perchè noto finalmente uno spirito critico nel consumatore, vuoi per il periodo nero dell'economia che per maggiore cultura sul prodotto.
    Due cose mi vengono spontanee, poi magari ne riparleremo. E se i rivenditori si dessero una regolata? forse il ristoratore girerebbe di più la cantina, anche perchè ritengo giusto pagare al ristorante la sua arte,cioè la cucina ma non strapagare ciò che rivende soltanto.
    Secondo,diamo un valore al rivenditore, non generalizziamo a vanvera, anzi la mia esperienza è ampliamente positiva: fortuna vuole che il mio fornitore di fiducia è competente e mi offre un servizio di assistenza che vale anche gli eventuali euro in più che ci potrebbero essere sulla bottiglia.
    Però altrettanto decisamente dico che non è più tollerabile vedere delle carte vini con prezzi fuori dalla logica. Non ho mai capito perchè i commercianti rifiutano la regola logica che dice: prezzi onesti vuol dire avere maggiori vendite, girare la cantina senza rimanenze che poi appesantiscono il bilancio e soprattutto instaurare un rapporto di fiducia continuativo con il cliente. Ecco qui non riesco a capire cosa inceppa questo semplice meccanismo.
    Alla prossima.

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  3. Caro Andrea, il tuo discorso non fa una piega, però credo che, pur giusto nella forma, sia ingiusto nella sostanza. Tu dici: "Non ho mai capito perchè i commercianti rifiutano la regola logica che dice: prezzi onesti vuol dire avere maggiori vendite, girare la cantina senza rimanenze che poi appesantiscono il bilancio e soprattutto instaurare un rapporto di fiducia continuativo con il cliente. Ecco qui non riesco a capire cosa inceppa questo semplice meccanismo".

    Il venditore non è un demente che preferisce tenersi il vino in cantina, il problema vero è che il Meccanismo si inceppa perchè la gente ha sempre meno soldi (compresi i commercianti), il vino è sempre più un oggetto di lusso, ma la gente prentende di averlo cmq a delle cifre che non sono corrette! Inoltre mi spiace deluderti, ma non credo che un cliente si faccia con lo sconto, o quantomeno non lo voglio accettare, altrimenti con la coop, metro e grande distribuzione siamo già tutti fregati!

    Tuttavia sarei curioso di sfruttare il blog per fare una piccola indagine di mercato...quanto dovrebbe essere il ricarico di una bottiglia? Vorrei degli esempi, così parliamo di qualcosa di concreto...datemi un nome ed un prezzo finito al pubblico per cortesia! Oppure un prezzo sorgente ed un prezzo al dettaglio...
    buona festa del lavoro

    p.s.: Andrea potrai non crederci, ma non sono un enotecario! Rivenditore si, ma non proprio un enotecario...

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  4. Eh eh! Caro anonimo ( mi sembra di essere il ceccherini in un famoso film del Pieraccioni...) sul costo delle bottiglie abbiamo già scritto 3 post nel mese di febbraio:
    il costo della bottiglia 1-2-3 ( come rambo insomma).
    Dai un occhiata se te li sei persi.
    Ma pensandoci la tua proposta è interessante, e la metteremo in pratica.
    Però fammi mettere i puntini sulle i. Non credo che il commerciante sia demente, ma avido qualche volta si. E non volevo assolutamente dire che il cliente si prende con lo sconto, vai a leggerti nei post sopra citati cosa penso della grande distribuzione, ma con un equilibrio e una professionalità che a mio parere manca troppo spesso. Tanti sono saliti sul treno del vino modaiolo, anche gente che proprio non ha mai vissuto in questo settore, ha venduto etichette e non vino ai prezzi più assurdi trasmettendo l'idea che il prezzo certificava la qualità del vino. Alla mughini io ABORRO tutto questo! Ma non mi permetto di dare del disonesto a nessuno, ognuno può essere imprenditore come vuole, però io continuo la mia predica/litania più possibile: il sassicaia a 130 euro? soldi buttati! Al ristorante? accettate i consigli su cosa bere, poi verificate e se vi hanno applicato un ricarico superiore al 150-200% ( dipende dai vini ovvio) non tornateci più e siete autorizzati a dirlo ai vostri amici. Tutto qui. Ma scusa se io fossi un qualsiasi professionista bravo nella media, e mi facessi pagare sopra la tariffa di mercato, non avrei una cattiva pubblicità dai clienti? E allora perchè nel mondo pseudodorato del vino non ci si può mai permettere di andare contro guide, sommelier, produttori, ristoratori ecc? Su nessuna questione, qui siamo nel medioevo e blog come questo non hanno nessuna utilità se non quella di parlare e trasmettere le proprie impressioni su quello che vediamo nel mondovino. Tra l'altro è uno dei motivi per i quali non accettiamo nessuna sponsorizzazione. O dimmelo tu caro anonimo se mai qualche grande casta di degustatori ha mai espresso pareri negativi su, per assurdo eh, case di vini spumanti famose in Italia....
    Tutta questa ultima parte carissimo anonimo non è per te, ma è solo il preludio ai futuri post, e mi scuso per lo sfogo, con te stiamo dibattendo di altro.

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  5. non ci sono problemi, se non ci sfoga tra amici mossi dalla passione per il vino!

    Però vedi, il mio ragionamento è molto più semplice. Un prezzo è fatto da tante cose, ma una di quelle che + influisce è la richiesta. Questa è generata che ci piaccia o meno (nel caso mio piace veramente poco, ti prego di credermi) dalle guide e la comunicazione di settore. Il Sassicaia (giusto per rimanere nell'esempio da te citato) ha una richiesta come pochi vini italiani. Non voglio entrare nel merito se la meriti o meno, sarebbe un altro argomento. Personalmente quando mi chiedono un aiuto su cosa bere a 130 E. non consiglio solitamente sassicaia; tuttavia quando una bottiglia che ha quella richiesta la devi tenere e, soprattutto, (e questo è il nostro argomento!) quando la paghi 75 E.+ IVA, non la puoi fare tanto meno di 130 E. In più tieni conto, anche se tutti lo negheranno, che non puoi fare un ordine di 6 bott. solo di sassicaia, e questo fa lievitare una cosa che si chiama rischio d'impresa e, di conseguenza, il prezzo finale..ma qui il discorso di amplia troppo! un saluto

    p.s. i blog precedenti proprio non gli ho visti adesso mi documento..

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  6. Conosco perfettamente la situazione, ma ormai lo sanno tutti, provati ad ordinare 6 bottiglie di sassicaia e vedi quanto vino assieme devi acquistare..... Ma è proprio qui che possiamo fare qualcosa. Perchè se portiamo avanti una sana cultura del vino e facciamo capire che l'ormai famoso vino x è un ottimo vino ma che per fortuna ce ne sono tantissimi di uguale qualità ad un costo ragionevole.... magari si elimina il problema all'origine.
    se però ci muoviamo sempre come pecoroni, guidati dai soliti degustatori che fanno tendenza non si parla più di passione per il vino ma proprio di moda del vino. E guarda che quando ho frequentato il primo livelli ais ero tra quelli che vedeva nel grande marchio il vino assolutamente da assaggiare. Siamo noi acquirenti finali che possiamo far cambiare le cose, e dare un contributo a calmierare i prezzi acquistando consapevolmente e direi quasi eticamente.
    Invece di comunicare che ci sono vini super perchè l'ha deciso pinco pallino ad esempio, proviamo a promuovere produttori che non investono capitali nel marketing mettendolo poi in conto al cliente finale. Sfido chiunque a dimostrare che costo èquivale necessariamente a qualità. E visto che il papa di Roma, quello del vino, ha recentemente affermato che la cultura del vino in Italia non esiste e che ci sono solo quelli del suo"casato" che invece fanno una grande opera di "evangelizzazione"..... mettiamo su una chiesa protestante?
    Perchè se è quella la cultura del vino, io divento astemio!!
    Con simpatia ti saluto caro anonimo

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bei tempi...