Si ha spesso la percezione che negli USA tutto è più grande che da noi, tutto più "organizzato" e, dal punto di vista commerciale, i grossi gruppi industriali appaiono come vere e proprie macchine da guerra. Gli ultimi venti di crisi ci hanno invece dimostrato che l'equazione"più grosso = più solido" non sempre è valida. Anzi. Molti grandi gruppi industriali hanno rivelato di avere i piedi d'argilla, implodendo, in alcuni casi. Una conferma di questa "nuova regola", la si è avuta proprio dal mondo della produzione birraria negli USA: "piccolo è meglio", si potrebbe dire. Mentre i primi dieci marchi (della grande industria) hanno subito forti cali nelle vendite, i piccolissimi e i piccoli produttori indipendenti (affiliati alla Brewers Association) hanno continuato a rafforzarsi, guadagnando quote di mercato e attenzione da parte dei consumatori.
Dal 2007 al 2008 il giro d’affari legato alla birra artigianale negli USA è passato da 5,74 a 6,34 miliardi di dollari; nel 2008 sono stati venduti quasi 500,000 barili in più di birra artigianale rispetto al 2007, una quota impressionante. Dal 2007 al 2008, è sempre la Brewers Association che lo certifica, la birra artigianale in America è cresciuta del 5,8% in volume e del 10,5% in dollari. Che dire, siamo contenti per loro, ma soprattutto sarebbe utile che tutto il mondo della produzione artigianale italiana guardasse con molta più attenzione a questo fenomeno, cogliendone gli aspetti più importanti. Lo spiega molto bene il video che si può vedere qui di seguito, un video collaborativo, creato da Greg Kock, del birrificio Stone (uno dei più noti birrifici artigianali in USA) con la collaborazione di 35 suoi "illustri" colleghi, che rende perfettamente in immagini il cameratismo, il carattere e l’integrità del movimento birrario artigianale degli Stati Uniti.
Da questo video è evidente l’idea (e non più utopia), da sempre affascinante, che piccole realtà che iniziano a collaborare e ad allearsi fra loro possono sconfiggere i "giganti", spesso con i piedi d'argilla, attraverso un nuovo modello produttivo, incentrato sulla qualità. Spesso nel filmato ritornano concetti come collaborazione, cameratismo, partecipazione collettiva; negli USA è veramente così, nel mondo della birra artigianale. Purtroppo la stessa cosa non si può dire per l'Italia. L'importante sarebbe porselo almeno come obiettivo, visto che gli americani dimostrano che "si può fare".
E' in inglese, ma anche per i trogloditi della padronanza delle lingue come me è di facile comprensione. E poi è bello, veramente bello, ben fatto e ben curato. Vederlo fa piacere, che piaccia la birra o no (la splendida colonna sonora è dei Sigur Ros, una vera e propria chicca).
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