domenica 19 aprile 2009

Degustazione certosina

Ieri presso l’Hotel Relais Certosa, ho partecipato alla VII Edizione della degustazione Centovini d’Italia, organizzata dalla Vinoteca al Chianti.
Vorrei segnalare i tre vini su tutti, che mi hanno dato il piacere della giornata.
Non conosco i produttori ma devo dire bravo bravissimo a:
1) Azienda San Giovanni (AP) con il "Kiara" bianco Offida DOC Pecorino 2008 ( sotto i 10 euro) che ha dei profumi complessi e persistenti con un gusto armonico per la tipologia
2) Azienda Le Strie (SO) con il Valtellina Superiore DOC 2004 ( 18,20 euro), un vino direttamente dal nebbiolo in purezza, colore vivace, durezza al primo impatto in bocca ma decisamente di gran gusto, piacevolezza e persistenza. Nella difficile Valtellina un vino da grande passione.
3) Azienda Lilliano ( Castellina in Chianti ) con il Chianti Classico 2006 ( 11,70 euro) e la Riserva 2005 ( 23,20 euro) . Entrambi i vini sono stupendi esempi del chianti che concedono al degustatore il piacere della memoria visto che ci ricordano il gusto del nostro vino toscano per eccellenza. I profumi tipici del sangiovese maturato bene, il vino in bocca che è riconoscibile senza perdere in equilibrio ed infine l'ottimo finale di bocca, ci innamorano.

E pur senza sentire il famoso aroma di cactus seccato nel deserto dell'arizona dopo che è passato un tifone......ho fatto degli ottimi assaggi.
Bravi anche l'organizzatore e i ragazzi del servizio, si percepisce la loro passione e conoscenza.
Ai vini dolci tra l'altro era di servizio, di fronte ad una quarantina di etichette ed altrettanti degustatori, tale Silvano Formigli un vero esperto di vino che dava preziosi consigli sull'ordine di degustazione, sulle caratterisiche specifiche, sui vini da provare: che bello sentir parlare di vino da uno che vive di vino.....
prosit!

2 commenti:

  1. Kiara e Valtellina me li sono persi allora, Lilliano invece sempre un bel Chianti, vero.
    Evitando ulteriore post con vari note ed appunti su impressioni positive e negative dei vari assaggi (che comunque, ho, una cinquantina circa), volevo solo aggiungere una nota (a parte la partenza con le bollicine del prosecco che erano troppo calde per essere apprezzate in pieno): forse sarò stucchevole, banale, una diatriba ormai sentita e risentita però è quanto avvertito dopo i primi assaggi di bianchi: il legno, che mi aveva tolto la voglia di assaggiarne altri. Si parla di vitigni autoctoni e poi assaggi un tocai friulano e a seguire un pecorino d'abruzzo (tra l'altro bottiglie che vanno dai 20 ai 35 euri) e gli trovi identici, con l'unico nota avvertita appunto legno (impressione personale, ovviamente). Ma perchè? Fortuna che un successivo tocai ed un successivo pecorino delle marche erano esenti da note di legno che sovrastano il tutto.
    ciao

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  2. Abbi pazienza stefano, è la settimana buona per una sana e definitiva rottura con un certo mondo del vino. Saltiamo il fosso con un post in uscita e già scritto, altrimenti anche questo blog diventa inutile.....

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bei tempi...