sabato 9 maggio 2009

I maya, il futuro, la birra americana

La birra americana: un mondo ricco, curioso, affascinante, come spero se ne siano accorti coloro che hanno guardato il breve filmato da me postato recentemente. Filmato prodotto da Greg Koach, "guru" e co-fondatore della Stone Brewing Company, di Escondido (San Diego), California (http://www.stonebrew.com/). Dal mondo della musica e della sua produzione a Los Angeles, nel quale entrambi lavoravano, i due si gettano a capofitto nella produzione di birra, in maniera artigianale dal 1989, sistematica dal 1996. Nonostante i pochi anni di produzione (solo 13, nel mondo della birra una inezia), il birrificio Stone riscuote un grandissimo successo di pubblico e di critica. Imponente la loro varietà produttiva: una decina le birre “stabili”, almeno 5 quelle “speciali”.
E proprio di una loro birra, o meglio, di un loro progetto (birrario) speciale volevo parlare in questo post.
Il progetto Vertical Epic .
Hanno cominciato il 2 febbraio del 2002 (02.02.02), finiranno il 12.12.12; il loro è più di un piano triennale, è decennale: 10 birre brassate, una birra per anno, una sola volta l’anno, sempre un giorno e un mese dopo la data del brassaggio precedente, e da assaggiare tutte insieme all’ultima. Per festeggiare la fine dei tempi, come il calendario Maya sembrerebbe affermare (per chi fosse curioso, qui un esauriente approfondimento http://www.almack.ch/2006/4/29/cosa-accadr-nel-dicembre-2012-approfondimento). L’idea è spettacolare, il progetto incuriosisce ed è sostenuto da un bel lavoro di merchandising, compreso le degustazioni in itinere da parte dei mastri birrai della Stone, tutte rigorosamente riportate sul sito.
Ogni anno la Stone, per la sua vertical Epic, si ispira ad una birra o ad uno stille birraio particolare. Il 2008 è l’anno delle Belgian Gold Ales, dopo la folgorazione sulla via di … Bruxelles, dovuta all’assaggio di una Duvel tripel hop. Da qui l’idea di fare una triple molto luppolata. E ci si mettono d’impegno, usando malto pale e flave oats, zucchero candito chiaro e scuro, e un trionfo di luppoli: Simcoe, Amarillo, Ahtanum, insieme al lievito White Labs, il tutto per una birra da 65 IBU (è l'unità con la quale i fabbricanti di birra misurano l'amarezza del loro prodotto; 65 è un valore alto, molto sopra la media). E' la birra che ho avuto la "ventura" di assaggiare, una birra che si è fatta molto apprezzare.
La si potrebbe “quasi” definire una XX bitter, con luppoli americani, che le conferiscono una notevole pulizia e una freschezza aromatica di tutto rispetto. Di un bel giallo, rotondo e carico, dalla testa di schiuma all’inizio abbondante, poi scarsa ma stabile, con le bollicine tipo champagne che piano piano salgono dal fondo del bicchiere. L’aroma è floreale e speziato, molto speziato, grazie anche ad un lievito ricco e vivace. Chiodi di garofano, pepe, pompelmo, miele e anche zucchero candito: un bel naso da triple, anche più ricco e vario di una belga, Il corpo è rotondo, non molto frizzante, all’inizio anche abboccato, poi il luppolo irrompe e la rende nettamente amara, senza essere troppo astringente. E’ un amaro pulito, di luppolo non contrastato, che aiuta anche nella pulizia gustativa, arricchita da sensazioni di frutta bianca matura (mela e banana) e un che di esotico, ma leggero e sfuggente. Finisce calda e moderatamente alcolica, con una bella sensazione di rotondità.
Oltre ad essere un bel progetto, quella della Stone è anche una bella birra, difficile da trovare qui da noi. Ma mai arrendersi ....

Nessun commento:

Posta un commento

bei tempi...