mercoledì 25 marzo 2009

Taste - stazione leopolda

Con colpevole ritardo, causa anche l'organizzazione del nuovo corso di I livello della birra che è iniziato lunedi scorso (siamo un bel numero, è una bella cosa) voglio dare un po' di notizie birrarie a riguardo della IV edizione di Taste, svoltasi a Firenze, nella spettacolare location della Stazione Leopolda, 10 giorni fa.
Avevo detto che ci sarebbero stati 9 fra i più importanti mastri birrai artigianali italiani, con i loro prodotti sia in degustazione che in vendita; e pur conoscendoli quasi tutti, non potevo perdere l'occasione per fare il punto sulla loro attuale produzione.
Considerazione generale: il livello qualitativo della produzione si sta stabilizzando, verso l'alto. Nella fascia alta della produzione cioè, si sono raggiunti livelli qualitativi ragguardevoli; mancava, a mio parere, un po' la continuità, cioè il mantenere stabilimente alto il livello di ciascuna birra, evitando i non infrequenti incidenti di percorso, che davano vita a scostamenti a volte imbarazzanti fra le varie cotte dello stesso prodotto.
Il che in assoluto non è proprio un male: la birra artigianale è viva, rifermentata in bottiglia con l'aggiunta del lievito, non filtrata e non pastorizzata. Che ci possano essere dei cambiamenti è quindi inevitabile; ma non ci possono nè debbono essere stravolgimenti, se non quelli messi in atto dallo stesso mastrobirraio per sua precisa scelta.
Prima dritta birraria: cercate e agguantate birre del piccolo ma già quotatissimo birrificio sardo Barley (http://www.barley.it/), del minuscolo paesino di Marcalagonis, fra Cagliari e Villasimius. Nicola, ex ingegnere idraulico, e adesso mastrobirraio a tempo pieno fa 20.000 bottiglie l'anno (un'inezia, commercialmente parlando), di 5 tipi diversi di birra: una aromatizzata al miele d'arancio (Zagara), una blanche delicatamente speziata (Friska), una ale fresca e luppolata (Sella del Diavolo, dal nome del promontorio che sta alle spalle della spiaggia del Poetto), la spettacolare e fruttatissimo Toccadibò, e la BB10, birra, come già dicevo, brassata con l'aggiunta nel mosto della birra di Sapa, mosto d'uva Cannonau cotto per 16 ore in bollitura continua. Il genio italiano, la ricchezza di una terra, la Sardegna, che si sta facendo tanto spazio. Per dirne una, le sue birre sono già esportate in America, dove se le contendono alcuni dei migliori ristoranti delle guide più quotate.
Altra produzione d'eccellenza è quella del Baladin, più volte da me citato in altri post. A Firenze ha portato la sua nuova, rivoluzionaria (birrariamente parlando) ultima scommessa, una american pale ale battezzata significativamente "Open". Open perchè viviamo in un mondo "open source", dove la soluzione di molti problemi non può risiedere se non nella condivisione delle conoscenze e delle risorse. Da qui l'esigenza di creare, da parte di Teo, nume tutelare del Baldin (e non solo), una birra socializzante, "aperta" a tutti. E per questo l'ha lanciata sul mercato insieme (e qui sta la rivoluzione copernicana) alla ricetta produttiva, con tanto di ingredienti, tempi di cottura, e accorgimenti produttivi. Ora, se c'è una cosa, nel mondo della birra, della quale i produttori sono gelosi fino alla follia, è proprio la ricetta dei propri prodotti: non la rivelerebbero neanche sotto tortura. Teo ha "rotto" la tradizione: ha detto a tutti come l'ha fatta, ha messo sulla rete la ricetta in un sito dedicato (http://www.openbaladin.com/open_beer_concorso.html) e ha fatto anche un'altra spiazzante iniziativa: ha indetto un concorso per questa estate al quale potranno partecipare tutti coloro che faranno una birra partendo dalla stessa ricetta della sua Open. Come a dire: "guardiamo un po' chi è il più bravo", "io l'ho già fatta, guardiamo chi c'è capace di migliorarla". Mai era succesa una cosa così in Italia.
Al di là di questo, la birra è eccezionale (e io sono solito adoperare raramente questo aggettivo): un mix di agrumato, speziato, asciutto e rinfrescante, che si allunga prepotentemente in bocca, lasciando un palato ricco, morbido e pulito. Berla in estate sarà una vera goduria. Il problema sarà agguantarla, ad un prezzo decente.
La reperibilità delle birre italiane, il loro costo (spesso spropositato) e il resto di ciò che ho assaggiato a Firenze, saranno gli argomenti del prossimo post, a breve.

1 commento:

bei tempi...