Marzo, mese di assaggi in preparazione per il vinitaly. Se a Verona ci fosse in palio la coppa del mondo con l'allenamento fatto questa volta mi sentirei il Brasile. Si non mi sono fatto mancare niente e una volta tanto mi sono assaggiato quello che volevo e non quello che dovevo. Da vero sportivo a letto presto la sera, pranzi e cene leggere e soprattutto scelta anticipata e studiata dei vini da assaggiare. E quindi sabato mattina sono arrivato carico e pronto a quest'ultima sessione di allenamento prima del grande torneo, immaginavo persino il Trap che mi fischiava invitandomi ad avanzare…. E così presa confidenza con l'ambiente mi sono fatto delle piccole sessioni di assaggio per due giorni. Ecco il breve resoconto.
Alcuni produttori mi erano già noti, altri sinceramente no. Per prima cosa mi sono informato sulle dimensioni aziendali e con mio grande piacere mi sono reso conto che erano quasi tutti artigiani del vino e che permettevano di assaggiare praticamente tutta l'Italia. Decisamente alta, con punte di assoluta eccellenza, la qualità riscontrata. Ho assaggiato circa 90 vini e grazie alla disponibilità dei produttori ho ricevuto spiegazioni molto interessanti anche su tipologie di vino rare da trovare nella nostra zona. Ecco i miei preferiti con il commento "ufficioso".
Amarone Classico della Valpolicella DOC 2005 dell Az. Agr. Vaona Odino: classico e potente esempio di amarone, grande struttura e lunga persistenza. Si sente che è un vino importante ma non pesante, e ci vorrebbe una serata intera per pecepire tutte le aromaticità che esprime. Mi viene il desiderio di una cena a base di amarone....MUSCOLI SENZA STEROIDI.
Recioto di Soave Classico DOCG Le Sponde 2007 dell'Az. Agr. Coffele: dalla Garganega un vino dolce un colore vivace, molto aromatico, fresco e di grande piacevolezza in bocca. Nessun effetto di stucchevolezza anzi, si continua a bere. Al produttore ho detto come prima impressione che era ruffiano…. (la bibbia WS dei super esperti ha dato ben 92/100 nel 2006 credo a questo vino). Chiedo venia ma era un complimentone, un modo toscano e professionale per non dire apertamente che ne avrei bevuta un bottiglia. DOLCE ELEGANZA.
Torre di Ceparano Sangiovese di Romagna Superiore 2005 della Fattoria Zerbina: grande sangiovese quasi in purezza, alla faccia di chi non capisce l'eccellenza che si ricava da questo vitigno. Al palato asciutto, avvolgente, fresco, tannico ma di grande finezza. Di gusto tipico e quindi fruttato con ciliegia e frutta rossa e aromi terziari percettibili ma non invasivi. AMORE A PRIMA VISTA.
Bricat BAROLO 2005 di Giovanni Manzone: 50 anni l'età della vigna per questo cru dell'azienda, e si sentono tutti. Austero come ti aspetti, giovanissimo ma già espressivo come carattere, di gusto tradizionale, fatto davvero bene. Tannini importanti ma di grande finezza e buona acidità per una lungo affinamento, alcol che va ad equilibrare le naturali spigolosità giovanili. Per gli amanti della tipologia da mettere in cantina e, superata pubertà ed adolescenza, sarà protagonista. VINO DA VERI PASSIONISTI
Conclusione finale, ottimo banco d'assaggio e buona possibilità di conoscere i protagonisti del nostro amato mondo del vino. Sapete come la penso, un vino esprime sempre il carattere di chi lo produce, quando non è così mi preoccupo……
Bella manifestazione, location ideale, produttori, presenti ai vari banchi, personalmente perlopiù sconosciuti ma di buon livello. Fatto breve scappata, assaggiato qualcosina quà e là. Ricordo un buon Sagrantino ed il Cannonau riserva, Dule mi sembra di ricordare il nome in etichetta, del produttore Gabbas, interessante soprattutto nel rapporto qualità prezzo (intorno ai 13-14€ mi diceva Mr. Formigli senior che era proprio al banco Sicilia/Sardegna) da provare con i vari agnelli o capretti visto che Pasqua è vicina. Poi simpatico il siparietto sentito tra i due produttori friulani praticamente nel solito banchino. Il primo, Simcic, che ad ogni assaggio dei propri bianchi ne sottolineava gli 11 mesi di affinamento in legno, e la signora a fianco, praticamente gomito a gomito, Borgo Savaian mi pare, che invece sottolineava con orgoglio ad ogni bicchiere versato che i propri bianchi non toccavano legno, solo acciaio e che per loro il legno per i bianchi era troppo invadente e da evitare.
RispondiEliminaInteressanti anche Malvasia delle Lipari e Moscato di Noto
Ciao
Concordo sul buon livello medio dei vini in proposta. E poi c'erano anche oli e formaggi che facevano da degno contorno al tutto.
RispondiEliminaE a proposito di friulani, segnalo due bianchi a firma Renato Keber, il primo un bel Tocai Friulano (tra poco solo Friulano...) intenso al naso, con note floreali, ma anche di tabacco e mentuccia, buona acidità e mineralità e il secondo un' intrigante Ribolla gialla (un vitigno che amo per la sua semplice freschezza floreale) 2003 "Extreme", macerata venti giorni sulle bucce. Ambrata e molto alcolica per un bianco. Da provare: o si adora o si rifiuta.
E per rossi, oltre a quelli da voi citati, due validi Taurasi, Torricino e Perillo.
Il primo, prodotto proprio a Tufo, culla dell'ottimo Greco, armonico e poco tannico, il secondo gradevolmente boisè , con tannini morbidi e non invadenti. Un vitigno l'aglianico, base del Taurasi, in costante ascesa. E se lo merita.