mercoledì 25 febbraio 2009

Bengustato Brunello !


Sexy. La parola più adatta per definire l’atmosfera che si respirava domenica scorsa a “Benvenuto Brunello” il consueto appuntamento con giornalisti e operatori per la presentazione del vino italiano più apprezzato nel mondo.

Forse perché l’annata seduceva, brillava di luce propria. E splendevano le “cinque stelle”, il punteggio massimo che può ottenere un vino e che il Brunello non raggiungeva da ben sette anni.

D’altronde, sin dai tempi dei Baccanali di romana memoria, e anche prima con i riti Dionisiaci, vino è sinonimo di piacere e abbandono ai sensi e alla convivialità.

Invitati dall’amico Nicolò Magnelli (vini e caffè, un’accoppiata vincente per Montalcino con Illy che lo ha appena emulato), proprietario dell’eccellente azienda “Le Chiuse”, abbiamo potuto apprezzare le caratteristiche di eleganza e intensità di questo 2004, maturato giorno dopo giorno sui vitigni nel modo più consono, tanto che si riscontra un’uniformità qualitativa verso l’alto, propria solo delle annate migliori.

Abbiamo apprezzato ad esempio l’equilibrio e l’armonia di Lisini, da sempre tra i migliori in assoluto, (la lunghezza, ad onor del vero, non era al top).

Ottimo anche Helichrysum, la selezione di San Polino, poche migliaia di bottiglie, già morbido ed equilibrato alla presentazione, con tannini eleganti e avvolgenti.

E poi Argiano, levigato ed armonico; Il Colle, tannini vellutati, frutto vivido e corposo e lieve e saporito ingresso in bocca; Fuligni, setoso, equilibrato e dal profumo intenso. Ma quello che ci ha più ammaliato è stato “ il Paradiso di Manfredi”, profumo e bocca intensi, gradevolmente speziato con note evolutive di goudron e una morbidezza che esalta, caratteristica del vigneto di origine, arricchita da una prestante acidità. Appagante.

Le Gode si è rivelato un po’ ruvido nei tannini, rubino vivido nel calice e di carattere nell’impatto gustativo. Abbiamo trovato altri brunelli dal tannino ancora ruvido: niente male, questo gioiellino matura col tempo e la prontezza nella degustazione di adesso non indica necessariamente un ugual pregio futuro. E viceversa.

Minerale, ancora immaturo nell’ equilibrio, Terre Nere, dai decisi riflessi granato.
Le Chiuse: bel rubino vivace, ampio ventaglio olfattivo, palato equilibrato.
Intenso e intrigante al naso il frutto rosso di Siro Pacenti.

Singolare infine Corte Pavone, dal legno più aggressivo, con liquirizia e spezie in evidenza a formare un bouquet destinato ad affinarsi nel tempo.

Siamo usciti dalla fortezza di Montalcino con la sensazione di un Brunello in gran salute, che si è messo alle spalle i peccati e le polemiche recenti.

L’annata 2008 è già certificata a quattro stelle e il vino non ha perso appeal neanche negli USA, come sottolinea il presidente del Consorzio del Brunello, Patrizio Cencioni “L’agroalimentare di alta qualità ha sempre successo. E la cucina italiana piace in tutto il mondo”.
Pleonastico (o Catalanico, per dirla con Arbore), ma vero.

1 commento:

bei tempi...