martedì 27 ottobre 2009
Acquistare in gruppo? Troppo forte...
I GAS (Gruppi di acquisto solidale) sono sempre più popolari.
Un po’ borderline, al limite delle istituzioni, e un po’ garibaldini, lancia in resta contro il nemico-colosso Grandedistribuzione, raggruppano sempre più persone decise a fare da sole per procurarsi cibi e bevande di qualità. Con un occhio, anzi due, ben piantati in faccia a chi c’è dall’altra parte, al produttore.
Per conoscerne metodi di produzione, respiro morale e anche carattere e personalità. Un fai-da-te” che riavvicina orizzontalmente (grande pregio) le persone in nome del gusto e dell’etica. Per saperne di più http://www.retegas.org
Ebbene, qualcosa di molto simile esiste e si sta diffondendo a macchia d’olio anche nel mondo del vino.
Cambia l’acronimo, GAV, e cambiano (di poco) anche le motivazioni.
I Gruppi di Acquisto Vino, nati un paio d’anni, fa nascono con originazioni sempre differenti, ma con un obiettivo comune: saltare l'intermediazione (e i ricarichi) delle enoteche.
Acquistano quindi direttamente dai produttori, italiani ma anche, talvolta soprattutto, stranieri, con la Francia e i suoi etilici nettari a farla ovviamente da padrone.
Formati mediamente da poche persone, da cinque a quindici, finora i GAV sono più diffusi al Nord e al Centro. Il Gavvista medio destina un budget mensile al vino e cerca alleati per sfruttarlo nel modo migliore. Comprando grosse partite di un solo prodotto può godere di sconti sostanziosi, abbattendo nel contempo, come spiegavamo, i costi di intermediazione.
Mentre i GAS sono più “spartani” ed eticamente, talora ideologicamente, orientati, chi partecipa a un GAV è semplicemente un amatore, che vuole gustarsi buoni vini a prezzi bassi. Punto.
Con grandi obiettivi. Non punta mica a vinelli qualsiasi, ma a Brunello, Barolo, Champagne, vini del Bordeaux, della Napa Valley e quanto di meglio ritenga possa fare al caso suo.
Le cose funzionano così: una volta scovato il vigneron giusto, un fortunato, (?), magari proprio colui che ha suggerito l’acquisto agli altri, parte in missione per prelevare le bottiglie direttamente in cantina, con annessi e connessi di intima soddisfazione e conviviale piacevolezza
Anche i produttori vinicoli hanno cominciato a incoraggiare e a promuovere questa pratica: sono sempre più le aziende che organizzano i clienti interessati a conoscere gli alcolici incanti di tipi di vino particolari, ospitando gruppi di acquisto o promuovendone di nuovi. Conviene anche a loro: è un ottimo sistema per incrementare le vendite, allargando nel contempo la cultura del bere bene, specialmente tra coloro che da soli non potrebbero permetterselo.
Insomma una nuova versione di una storia vecchia e ed attualissima: l’unione, quella vera, fa SEMPRE la forza.
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