giovedì 8 gennaio 2009

Sul piemonte con stupore




E siamo partiti, subito a bomba, con una regione dove la cultura del vino è forte e profonda, il grande Piemonte. Quindi dopo un analisi generale del territorio e dei principali vitigni e vini abbiamo assaggiato il Gavi docg, la Barbera d'Asti, il Barbaresco ed il Barolo.


Non è mia intenzione fare in questa sede il resoconto della degustazione tecnica ma invece rilanciare il tema del gusto del vino. Infatti abbiamo potuto assaggiare nel caso del barbaresco e del barolo due vini appena nati, anno 2004. Partendo dal presupposto che entrambi sono "bevibili" piacevolmente a partire magari dal 10° anno, cosa possiamo aver percepito dalla nostra degustazione? Profumi buoni, quasi ottimi, ma al palato….. giustamente terrificanti! E ho visto lo sguardo smarrito dei degustatori, solo per rispetto nei miei confronti non si sono lamentati. E pensare che la mia parte malefica di me è in estasi quando vedo fare le


Boccacce… ma loro sono un buon gruppo davvero, e con umiltà ( più facile trovare un giacimento di petrolio a Viareggio che questa virtù tra gli "pseudo-intenditori di vino") ho visto davvero in alcuni lo sforzo di capire cosa andavo blaterando. Verificato che i prodotti erano di ottima qualità, si è assaggiato un vino destinato a divenire un grande vino e che un degustatore deve però imparare a riconoscere sin dalla culla pur nelle sue legittime spigolature e mancanza di equilibrio ottimale. Non è facile lo riconosco, ma siamo tutti ad imparare. E poi abbiamo assaggiato dei vini non uniformati, e già questo è buono.


Una volta presa pratica in questo, potremo comprare i vini destinati ad un buon invecchiamento anche giovani e farli maturare nella nostra cantina, risparmiando tanti euro ed evitare di dover comprare annate vecchie strapagandole.


Tanto per i vini abboccati, morbidi e ruffiani abbiamo le altre serate.


E poi si trovano anche dal giornalaio ormai….

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bei tempi...