lunedì 26 gennaio 2009

Kriek … o della birra alla ciliegia




Ho letto con molta curiosità ed interesse il precedente post sul vino marchigiano fatto con le visciole, e non sono riuscito a trattenermi, mi è scappata …. la tastiera, solo per dire, in un breve post, che la birra alla ciliegia c’è, e già da molti secoli, si chiama Kriek, appunto, ed è una variante della tipologia di birra belga a fermentazione spontanea chiamata Lambic (è una famiglia di birre particolarissima, prometto di riparlarne). La leggenda racconta che questa birra fu “inventata” da un soldato originario di Schaerbeek (nord-est del Belgio, zona famosa per l’omonima varietà di ciliegie) che al tempo delle crociate scoprì il vino rosso (come il sangue di Cristo) dei suoi colleghi spagnoli; al ritorno, sentendone la mancanza, e non disponendo di uva, decise di mettere a macerare e fermentare nella birra le ciliegie del suo giardino, per cercare di ottenere il medesimo risultato. Fin qui la leggenda. Nella pratica la kriek tradizionale nasce dall'aggiunta di ciliegie acidule (prunus cerasus acida) intere al lambic. Tradizionalmente vengono utilizzate ciliegie griotte che appartengono alla varietà di Schaerbeek, che hanno un gusto acidulo e polpa dal colore rosso intenso. E’ previsto l'utilizzo di 20-30 kg. di ciliegie intere ogni 100 litri di lambic, che vengono poste a macerare in botti riempite poi con lambic invecchiato dai 12 ai 18 mesi. Dopo circa 5-6 mesi di macerazione, si procede all'imbottigliamento miscelando alla kriek così ottenuta una quantità di lambic più giovane, per la rifermentazione in bottiglia. Per attenuare la decisa punta di acidità un tempo si usava aggiungere nel bicchiere una zolletta di zucchero. E’ birra che in Belgio “va” tantissimo, soprattutto il gentil sesso ne fa incetta. Forse non tutti sanno che in tutto il mondo attualmente ci sono circa 800 diverse birre alla frutta, l’80% delle quali è però composto da riprovevoli prodotti industriali, dolci ed esageratamente stucchevoli. Il restante 20% è però prodotto di assoluta qualità e spessore. Se vi pungesse vaghezza di assaggiare qualcuna di queste, i nomi dei produttori assolutamente da non perdere sono: Cantillon (la sua Lou Pepe induce al delirio), Hanssen, Girardin e De Ranke (sua la Kriek più difficile, degustativamente parlando).
Ma ci sono anche bravissimi italiani che sanno fare della buonissima birra alla ciliegia (oltre che ad altri tipi di frutta): il Baladin (ancora lui) di Teo Musso, con la sua Mama Kriek; il birrificio piemontese Montegioco, che per la sua Garbagnina usa la pregiata ciliegia, presidio Slow Food, detta “bella di Garbagna”; il Birrificio Italiano di Lurago Marinone (CO), con la sua premiatissima, e ricercatissima anche fuori dai confini italiani, Scires, prodotta con i duroni di Vignola. Tutte birre, queste, perfette per un fresco aperitivo o per accompagnare una crostata alla frutta.

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