giovedì 13 agosto 2009
Un...igNobile disciplinare
Ci risiamo. Con la scusa di ”Rendere più identitario il prodotto, raggiungere un equilibrio qualitativo, interpretare al meglio le microzone di produzione per esaltare le caratteristiche organolettiche, stringere un patto con il consumatore attraverso la trasparenza del percorso di produzione” si dà il via all’ennesima operazione di "Cabernettizzazione" e di "Merlottizzazione", insomma di appiattimento del gusto e quindi di perdita (e NON di acquisto) di identità dei nostri vini toscani.
Con le parole succitate, e non solo, si sta definendo in questo periodo una variazione del discipliiplinare del vino Nobile di Montepulciano.
Ma, toccando con mano, l’unico cambiamento significativo riguarda la riduzione di percentuale del Canaiolo Nero, vitigno autoctono. Resta Invariato il Sangiovese al 70% e aumentano la possibilità di inserire i”vitigni complementari” (quali saranno i più gettonati, indovinate un po’?) da una quota del 20% ad una del 30%. E sono pochi i produttori seri che si oppongono e cercano di mantenere la vera identità dei loro/nostri vini. Ad esempio Alamanno Contucci, ex presidente del Consorzio,uno dei migliori produttori storici.
A suo modo di vedere i vitigni da valorizzare non sono i”soliti” internazionali ma il Prugnolo Gentile (il Sangiovese appunto), il Mammolo, il Colorino, il Ciliegiolo e lo stesso Canaiolo, quelli presenti da sempre in zona.
Concordiamo pienamente. Ma vallo a far capire ai rampanti scalatori di quote di mercato. Eppure... Brunello docet. O no?
Va beh, anche in questo caso ci sarà ancora chi cercherà di produrre vini di qualità nel rispetto della tradizione e del terroir. Cercheremo come sempre di scegliere con Juicio. Prosit.
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