domenica 8 novembre 2009

Il Milionario


Quasi un milione di bottiglie prodotte l'anno, solo nella nostra regione, nove milioni in tutta Italia, ma ogni volta è una scommessa.
Il novello arriva sulle nostre tavole e nei nostri bicchieri il 6 novembre di ogni anno, distanziando di ben due settimane i cugini francesi (almeno in qualcosa li battiamo ehm ehm), inventori di questo particolarissimo metodo di vinificazione.
Eh sì, perché il novello signori si fa in un altro modo.
Invece, è sconsolante, tanti parlano di e intitolano sagre al Vin Nuovo, che è tutta un altra cosa e che troveremo sugli scaffali a primavera.
Sorvoliamo alti. Una scommessa perché? Perché i sapori e gli aromi del novello, dovuti ad un particolare tipo di fermentazione chiamato intracellulare, sono totalmente diversi da quelli del vino tradizionale.
Migliori, peggiori? Qui sta la disputa. Irrisolvibile direi. C’è chi taccia questo vino di essere “da donne” (come se fosse un insulto...) per i suoi aromi delicatamente fruttati e vinosi, per il sapore soffice e rotondo, dovuto ad una malolattica precoce. Chi lo accusa di essere di beva difficile per la note spesso amarognole e talvolta disarmoniche
E c’è a chi piace per la sua caratteristica freschezza negli odori, per la porporina vivacità dei colori e per la presenza discreta di anidride e zuccheri anche nel prodotto finito che donano brillantezza e piacevolezza al palato.
Disputa irrisolvibile dicevamo. Ma la scommessa continua. E a proposito di scommesse, quest’anno il novello ha fatto 13. Tredici gradi alcolici. L’alcol nei vini aumenta sempre più Ne abbiamo già parlato nel blog http://wineloverscarmignano.blogspot.com/2009/09/una-vendemmia-troppobrillante.html. E il novello non è da meno.
Quest’anno sono riuscito a procurarmelo prima del 6 novembre e oltre alla freschezza ne ho constatato anche il tattile bruciore. Ma tant’è, bisogna abituarsi...

Ma come si fa allora ‘sto novello, direte voi (chi ancora non lo sapesse è ovvio) ?
In breve, la tecnica della macerazione carbonica consiste nell’introdurre i grappoli interi, come natura li ha fatti, dentro un serbatoio ermetico saturo di anidride carbonica
Si produce così una fermentazione alcolica intracellulare, innescata dagli enzimi presenti nell’uva, a carico degli zuccheri e di quel ruvidone dell’ acido malico, che viene così ammorbidito all’istante. Lo schiacciamento progressivo dell’uva sotto il proprio peso produce gradualmente sempre più liquido. Al termine di questa particolare fermentazione, che può riguardare anche solo il 30% dell’uva utilizzata per la produzione del vino (!), si eseguono 3-4 giorni di fermentazione convenzionale.
Et voilà, per dirla ancora alla francese (lo ripeto questo metodo di vinificazione è stato inventato, quasi per caso, dai cugini d’oltralpe nel 1934) il novello è servito. Con che cosa? Lo si consiglia con le caldarroste o con le mitiche ballotte. A dire il vero due giorni fa ci ho accompagnato un Ruffino Riserva Ducale Oro, e ci stava senz’altro meglio.
Ma il bello di questo vino è anche la velocità col quale viene prodotto, che dà la possibilità di gustarsi la nuova annata in un batter d’occhio.
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E allora brindiamo. Chi ce l’ha se lo beva presto perché, si sa, il novello, come “d’autunno sugli alberi le foglie” dura poco.
E se vi abbiamo incuriosito e volete sapere tutto su questo vino arivoilà (beh, sì è un vizio).
Dirigetevi tosto su htp://www.vinonovello.org

A bientot

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bei tempi...