Più di olio che di vino viene da parlare in questi giorni, visto il gran movimento sul Montalbano.
Sia sul versante Vinci che su quello di Carmignano sono in piena azione sia i raccoglitori che ovviamente i frantoi. E' tutto un discutere al bar, nei negozi e nelle piazze di rese al quintale, di trattamenti fatti contro la mosca, di prezzi.
E l'olio diventa molto più democratico del vino.....
Si perchè la produzione del vino è per pochi, i vigneti non sono di tutti, mentre qualche olivo la maggior parte delle famiglie che vive su queste colline ha almeno qualche olivo.
Durante tutto l'anno non si parla mai di qualità del vino, anzi si pontifica che il vino del contadino è sempre il migliore e più genuino ( si buonanotte.... ). Si dice che chi si accosta al mondo dei degustatori per imparare la cultura del vino è un mezzo pazzo, e che è inammissibile pagare più di 60 euro per 54 lit di vino ( una damigiana) .
Ecco che tutti i denigratori del vino improvvisamente diventano i cultori della qualità dell'olio. Qualcuno dice che il prezzo dell'olio non deve essere inferiore ai 10-12 euro al litro, che non conta la quantità ma la qualità, che fatto in un frantoio moderno è molto più sano e gustoso ( ....e invece il vino fatto nelle cantine in compagnia di topi e ragnatele è sempre il migliore....)
Personalmente ritengo che se finalmente cominciamo ad avere persone alla ricerca della qualità alimentare, in ogni caso sia un gran risultato. Spero anche che questa nuova stagione "illuministica" si allarghi al mondo del vino, ma soprattutto che chi si occupa di vino cerchi di capire dove invece abbiamo avuto la falla. Forse nella comunicazione? Nella troppa esaltazione del prodotto per pochi? Pensiamoci, ed intanto assaggiamo una bella bruschetta fatta con l'olio "novo", l'oro giallo delle nostre amate colline.
p.s. una bruschetta ai massimi livelli è per tutte le tasche, una bottiglia di vino di uguale eccellenza no....