sabato 25 aprile 2009

Pasqua con i Matti

Un villaggio, Esen, che contava 1856 abitanti all’ultima rilevazione, vicino Diksmuide nelle Fiandre dell’Ovest. Cosa potrà mai venire di buono da un posto apparentemente così sperduto? Dal punto di vista birrario il paesino è proprio al centro del mondo birraio: lì vi brilla una delle stelle più fulgide dell’intera produzione mondiale di qualità. Lì ci stanno i “birrai matti”, ovvero i De Dolle Brouwers (http://www.dedollebrouwers.be/), i tre fratelli Herteleer che nel 1980 hanno scongiurato la chiusura di una brasserie locale, la Costenble, fondata da un medico nel 1840 e poi rilevata dalla famiglia Costenable nel 1882 alla morte del fondatore. Lavorando solo nei fine settimana e producendo birra solo in quantità limitata, hanno rinnovato la fabbrica e si sono specializzati in birre forti ad alta fermentazione maturate in bottiglia. Le loro sette birre attualmente in produzione sono stabilmente fra i primi posti di qualsiasi classifica redatta da qualunque esperto/amante birraio: sono un vero e proprio oggetto di venerazione. Ad oggi uno dei tre fratelli fa il medico per “Medici senza frontiere” e uno fa l’architetto: la brouwerij è quindi mandata avanti attualmente solo dal terzo fratello, Kris, conosciuto anche perché porta sempre dei particolarissimi farfallini che si possono ritrovare sul collo delle bottiglie di tutte le sue produzioni, da sua moglie Els de Muelenaere e dalla mitica mamma di lui, che all’età di 85 anni e passa guida ancora le comitive dei birrofili in visita alla brouwerij. “Birrai matti”: è ciò che disse di loro il consulente finanziario a cui presentarono il progetto di acquisizione e ristrutturazione della antica brasserie Costenable che intendevano rilevare. Quando si dice la “sana follia”: non si sono limitati alla constatazione di una realtà problematica, ma hanno avuto il coraggio (o la follia) di guardare, e vedere, molto più lontano. E ci hanno azzeccato in pieno, facendo il pieno di premi.
Perché “Pasqua con i matti”? Seppur con una settimana di ritardo (è sempre più complicato avere a che fare con gli autotrasportatori, non consegnano quasi mai quando dovrebbero), sono riuscito a “santificare” la ricorrenza con uno dei prodotti migliori dei De Dolle, la loro Easter beer BOSKEUN. Che tecnicamente sarebbe una saison, cioè una birra stagionale, ma in questo caso è la punta di diamante della tradizione nordeuropea che consiste nel fare birre particolari per particolari periodi dell’anno. Esistono le birre di Natale (Christmas beer), forse la categoria di birre più famose, che ha visto il suo nascere in Belgio per poi prendere campo in più di un paese. Esistono poi le Birre di Quaresima: a Monaco e dintorni il periodo di Quaresima, birristicamente parlando, viene definito “la quinta stagione“: in questo particolare momento dell’anno, infatti, i monaci erano soliti preparare birre molto nutrienti - e strong,il famoso “pane liquido” - per affrontare con più coraggio il digiuno quaresimale (la più famosa è la Salvator della Paulaner). Sempre in Germania ancora oggi l’antico birrificio Schlenkerla di Bamberga (http://www.schlenkerla.de/rauchbier/beschreibungi.html) produce uan Festenbier che si può bere solo in Quaresima, dal Mercoledi delle Ceneri fino alla Pasqua successiva. Si arriva poi alle birre di Pasqua, “nate” per celebrare, dopo un inverno solitamente lungo e rigido (si parla sempre dle Nord Europa), l’arrivo della bella stagione e del sole. Sono, le birre di Pasqua, quasi tutte bionde, non a caso, dalla robusta gradazione (l’ultima botta di calore prima del calore vero del sole) e molto ricche di gusto. La Boskeun (che fra l’altro è il nick name di Jo, uno dei ri- fondatoridella De Dolle) è una delle “originali” birre pasquali del Belgio. Lo affermano con orgoglio i produttori sul proprio sito, ricordando anche, con estrema correttezza, che la Slaghmuylder (altra famosa brouwerij del Belgio) con la sua Paasbier è arrivata cronologicamente prima in questa “corsa alla primogenitura”. Questa birra, comunque, non è seconda a nessuna, è un prodotto fantastico, quasi mitologico. Malto pale, luppolo goldings, zucchero di canna durante la bollitura, miele nella fermentazione, rifermentata in bottiglia. Questa la carta d’identità ufficiale, ed è facile farla; più difficile descriverla compiutamente, data la sua ricchezza. Bel colore dorato carico, leggermente opalescente, schiuma cremosa ed imponente, che lascia però filtrare un naso ricchissimo ed elegante. La prima sensazione è lievito e crosta di pane, poi si inserisce un sottofondo rustico e leggermente terroso, una speziatura soffusa e diffusa, e il miele. Fresca già nell’aroma, la birra ha anche un gusto spledidamente fragrante. Nonostante i 9° va giù che è una bellezza, croccante e fragrante, leggermente rustica, mediamente robusta. Lascia il palato fresco e pulito, senza nessun sentore di ossidazione. Splendido, come il finale, corretto ed equilibrato. La birra del boskeun (in fiammingo boskeun è il nome di un piccolo scoiattolino che si risveglia a primavera, appunto) ha davvero lasciato il segno, aiutandomi a santificare la Pasqua come Dio comanda.

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